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Come ai tempi di Sodoma…
 

Il nome “Sodoma”, con i suoi derivati, non evoca certo cose buone ed edificanti. Tant’è vero che di “sodomiti” si parla più poco. Con una sfacciata operazione di “maquillage semantico”, preferiamo parlare di gente “gaia”, o “diversa”…

Gesù nei Vangeli, parla più volte di Sodoma. Il brano che segue è tratto dal Vangelo di San Luca (cap. 17): Come avvenne al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano: ma nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. Così sarà nel giorno in cui il figlio dell’uomo (= Cristo) si rivelerà”.

Dunque Gesù paragona il tempo della Sua manifestazione finale (”apocalisse”) ai tempi di Lot, cioè ai tempi di Sodoma. L’enfasi è su un accadimento conclusivo inaspettato e sconvolgente (di cui forse una tragedia come quella delle “torri gemelle” può dare un’idea; pur nell’abissale incommensurabilità dei due eventi). Per sottolineare la trasognatezza di un mondo che non si aspetta e non aspetta tale epilogo, Gesù ha fatto anche un altro raffronto (Vangelo di San Matteo, cap. 24): “Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’Uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, mangiavano, bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entro nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del figlio dell’Uomo”. Ma, rispetto al mondo antidiluviano, la società sodomitica descritta da Gesù, presenta tratti molto più “evoluti”. Non si parla più, qui, di “prendere moglie” e “prendere marito”, come se l’istituzione de matrimonio fosse svanità. In compenso, è detto che la gente “comprava e vendeva”.

Vengono i brividi: che Gesù abbia fatto il confronto coi “tempi di Sodoma”, per dire che alla fine saremo proprio così?! Ma siamo già così!

"Compravano e vendevano…”: uno dei motivi dominanti del nostro tempo. “Negli ultimi tempi”, profetizzò l’apostolo Paolo, “gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi… attaccati ai piaceri più che a Dio…” (2 lettera a Timoteo, cap.3).

Perversioni, sessuali, dunque, ma non solo: c’è qui l’immagine speculare della sordida opulenza del nostro satollo  Occidente. E poiché Dio è lo stesso che fece perire tutti i Sodomiti nel fuoco, ecco il solenne monito del Figlio di Dio: “sarà come fu in quei giorni…”

Non c’è da stupirsi che Dio, nella sua arcana sapienza, giustizia e provvidenza, demolisca le nostre superbe, idolatriche sicurezze, perché qualcuno almeno impari ad alzare gli occhi al cielo. Proprio ad un ex-industriale (gaudente) della terra umbra, convertito alla fede e all’amore di Cristo, in un modo quanto mai prodigioso, anni fa, in un periodo di profonda sofferenza e intensa penitente preghiera, pervennero parole di profezie, come queste: chi legge comprenda.

 

La città si svuoterà; la donna non partorirà; gli organi genitali diverranno purulenti.

Forti e deboli deperiranno e impallidiranno.

Le notizie scemeranno e di disperderanno al vento la stampa si inaridirà e sparirà.

Si lamenteranno e faranno lutto i pescatori di notizie e si lamenteranno e rimarranno desolati i pescatori di uomini.

Industriali, commercianti e disegnatori di moda saranno confusi e impallidiranno.

L’economia crollerà e gli operai resteranno sgomenti.

Quanto sono intelligenti i capi della scienza!

I più bravi dei Consiglieri del Presidente formano un Consiglio stupido.

Come possono dire: “Io vengo da scuole e maestri illustri”?! Dove sono dunque i tuoi grandi sapienti? Ti rivelino loro quanto ha deciso il Signore degli eserciti contro la superbia.

(Da Profetizza, Marcello Ciai, 1995)

 

Massimo Coppo
 

 

 

 


 

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